La Carmen è un’opera “comique” (in chiave comica appunto) composta da Georges Bizet nel 1873-74, sulla stregua del romanzo di Prosper Mérimée con modifiche e aggiunte di personaggi. Ma chi era in realtà George Bizet? Quale grande genio si trovata dietro questo personaggio?
Chi era Georges Bizet?
Compositore e pianista di fama internazionale, anche postuma alla morte, Georges Bizet nacque a Parigi il 25 ottobre del 1838. La sua più celebre opera mai conosciuta rimane appunto la Carmen. Trascorse l’infanzia in un ambiente modesto ma intriso di musica in ogni angolo: il piccolo Bizet, però, si dimostra sin dall’inizio interessato alla letteratura e all’arte figurativa, piuttosto che dalle attività musicali. Nella prima metà del XIX secolo comincia le sue lezioni al Conservatorio di Parigi, all’età di nove anni, da un maestro di nome Antoine-François Marmontel. Instaura poi un rapporto di amicizia e professionale con Charles Gounod, che sostituì il docente di composizione e fuga Zimmermann. Fra le composizioni di Bizet allievo, molte delle quali autografe ma mai pubblicate, troviamo la Sinfonia in do maggiore, ritrovato nel 1933. Non fu molto fortunato, ciò nonostante intraprese molti viaggi ed ebbe anche a che fare con una brutta forma di angina pectoris. Durante gli ultimi anni della sua vita compose la Carmen, la quale prima rappresentazione fu un insuccesso. Non appena morì, invece, la sua opera comica riscosse più fortuna.
La Carmen: di cosa parla quest’opera?
L’opera de’ La Carmen è suddivisa in 4 atti (oppure quadri, come li chiama sempre lo stesso Bizet): il primo di questi apre con la scena di 4 soldati posti alla guardia di una piazzetta di Siviglia che osservano incuriositi l’arrivo della giovane Micaela, che viene dalla campagna alla ricerca di Don Josè, un brigadiere, che arriverà di lì a poco. Venendo a sapere ciò la ragazza si allontana. Dopo poco, Morales informerà lo stesso brigadiere dell’avvistamento. Josè ama Micaela e ha promesso alla madre di sposarla. Carmen, a causa di una rissa con le sigaraie viene condotta in prigione, e proprio lì inizia la sua opera di seduzione verso il brigadiere, promettendo amore in cambio della libertà.
Proprio perché Josè acconsente alla sua fuga, viene imprigionato. Mentre la zingara lo attende nell’osteria ballando e cantando assieme alle sue amiche nomadi, entra il torero Escamillo e prova a sedurla con parole galanti, ma viene rifiutato. Josè entra nello stesso bar ma dopo una rissa per ribellione contro il suo stesso tenente si unisce ai fuorilegge e a Carmen. Dopo un po’ di tempo che fa parte del gruppo di contrabbandieri, stanco anche della vita fra le montagne, Josè si accorge che il rapporto con Carmen si sta deteriorando. Quest’ultima interroga i tarocchi, che le predicono una morte. Josè sfida a duello Escamillo, geloso di Carmen, ma vengono fermati poiché Micaela rivela a quello che era il suo promesso sposo che la madre è in punto di morte.
L’uomo accetta di seguirla ma minaccia Carmen, della quale è innamorato. Nel quarto e ultimo atto Josè geloso e in preda all’ira uccide Carmen che, nel frattempo, sentendosi abbandonata a lui ha ceduto alle avancés del torero Escamillo. In quello stesso momento appunto si trovano all’arena per assistere alla corrida del torero che ne esce vittorioso.