Nonostante negli ultimi anni si sia sempre e solo parlato in termini negativi del mercato e delle imprese italiane, non è tuttavia del tutto corretto essere così disfattisti e negativi. Negli ultimi due anni, infatti, soprattutto le piccole e medie imprese hanno visto un’inversione di tendenza e sono tornate a fatturare un capitale utile al mantenimento dell’azienda stessa e dei sui lavoratori.
Cosa è cambiato?
Il cambiamento sostanziale è il ritorno alla centralizzazione del capitale all’interno dell’azienda e ad una salvaguardia dall’interno della produttività e del fatturato. Le aziende medio-piccole, nonostante le difficoltà economiche, stanno avendo una lenta ma graduale ripresa come non si osservava dal 2007.
Si osserva questa inversione di rotta grazie all’aumento della liquidità di queste piccole imprese e dell’aumento della loro solidità finanziaria. Sta aumentando anche la richiesta interna, soprattutto nel settore costruzioni che fino ad oggi aveva riscontrato notevoli difficoltà finanziarie.
Quali sono le difficoltà ancora esistenti?
Sicuramente una piccola ripresa è una speranza ma non deve indurre il mercato a pensare solo in positivo e che non ci siano molti altri problemi da affrontare. Uno di questi è sicuramente la competitività nei confronti di aziende di maggiori dimensioni.
Una delle problematiche ancora presenti che va a minare fortemente la ripresa di queste aziende è il costo della manodopera. Nonostante qualitativamente le aziende italiane siano di livello eccellente, troppo spesso si fa ancora ricorso a manodopera di qualità inferiore ma di prezzo più contenuto.
La tassazione non è favorevole a queste piccole aziende e il problema è la mancanza di internalizzazione di aziende piú grosse che potrebbe davvero far la differenza.
Se le aziende di grandi dimensioni investissero nella qualitá e sulla manodopera italiane, di certo se ne avrebbe giovamento poichè i guadagni dell’esport andrebbero nelle casse esclusivamente si investitori italiani accentrando i guadagni.
Non è nemmeno favorevole il fatto che il mercato estero, seppur facente parte dell’Unione Europea, applichi tassazioni così differenti che invoglierebbero qualunque investitore a guardare verso l’estero. I fattori negativi e a sfavore sono ancora moltissimi, ma tuttavia la forza di volontà e la bravura dei piccoli e medi imprenditori sta lentamente riprendendo il sopravvento.
Anche i fallimenti sono in netto calo rispetto agli anni passati e la speranza che nei prossimi anni l’economia italiana prenda una piega positiva non è così lontana. Certamente questa ascesa lenta ma costante potrà migliorare solo con molto impegno e sacrifici ma anche e soprattutto su una materia prima e un lavoro di ottima fattura che solo il Made in Italy sa garantire.
Scegliere Made in Italy significa scegliere la qualità in tutto e per tutto e favorire le nostre aziende Italiane e la loro crescita e ad essere orgogliosi della nostra manifattura all’estero. Non tutte le nazioni possono permettersi il livello qualitativo italiano che è dovere di tutti mantenere e incentivare per poter rimanere competitivi su un mercato ogni giorno più agguerrito.
I competitor sono tantissimi e spesso più convenienti a livello imprenditoriale ma non qualitativo ed è proprio per questo che bisogna puntare sulla qualità del prodotto e non solo ed esclusivamente sulla quantità.