L’epoca chiamata barocco, che ha caratterizzato il Seicento e tutta la prima metà del Settecento, ha visto fiorire tutta una serie di espressioni artistiche ancora oggi molto amate.
È il caso del melodramma, quel particolare spettacolo teatrale in cui l’azione si esprime principalmente tramite il canto: altro non sarebbe che l’opera lirica, in cui il cantante protagonista racconta la storia tramite la sua voce.
Questa fu una vera rivoluzione per l’epoca, perché fino a quel momento non era mai successo che uno spettacolo venisse cantato per intero, anche se non dobbiamo pensare a un canto vero e proprio come lo intendiamo oggi.
Se avete familiarità con le opere liriche lo avrete notato: il canto del melodramma è più una specie di recitazione, un canto intonato ma poco melodico che privilegia il racconto della storia piuttosto che il brano in sé.
Andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere sul melodramma e le composizioni che, nel corso del tempo, hanno fatto la storia di questa particolare forma di teatro.
Origini e storia del melodramma
Con il termine melodramma – ma si usano anche teatro musicale o opera – si descrive una rappresentazione teatrale molto particolare in cui gli attori, invece di recitare normalmente, cantano accompagnati da un’orchestra che suona dal vivo.
A volte, gli attori possono essere accompagnati da piccoli insiemi e corali, e in alcuni casi anche da un corpo di ballo.
Un melodramma può essere allestito in un teatro, un’arena o in un luogo all’aperto, l’importante è che il palco sia abbastanza ampio e profondo da ospitare la scenografia, che spesso è piuttosto importante e, a volte, anche meccanizzata.
Fondamentale, poi, nel melodramma è anche la presenza di un libretto, ovvero la traccia letteraria su cui lavora il compositore per comporre la musica, e che sarà poi fornito anche allo spettatore per seguire al meglio l’opera rappresentata.
Per quanto riguarda le origini del melodramma, possono essere ricondotte a quella che si chiama Camerata Fiorentina, un gruppo di intellettuali di Firenze che, nel XVI secolo, idearono per primi questa forma moderna di teatro musicale.
Da lì, i principali centri di produzione operistica furono tre: Parigi, Roma e Venezia. A Roma fu la famiglia Barberini a promuovere opere melodrammatiche, soprattutto legate alla rappresentazione delle vite dei santi, mentre a Venezia i melodrammi erano finanziati da teatri pubblici che facevano entrare gli spettatori a pagamento.
Fu un successo enorme, grazie anche ai libretti che trattavano tematiche storiche-romanzesche, all’uso di effetti scenografici spettacolari e alla particolare tecnica vocale dei cantati, che univano virtuosismo e improvvisazione.
A Parigi, invece, il può grande finanziatore di melodramma fu il Re Sole Luigi XIV: in particolare, supportò l’invenzione della tragedia lirica, caratterizzata da argomenti tragici e ampio spazio dato alla danza.
Le opere e gli autori più famosi
L’affermazione del melodramma portò la nascita, all’interno del genere, di tanti sottogeneri diversi. In Italia, per esempio, si affermarono per prime l’opera seria e l’opera buffa: la prima fiorì a Napoli, dove veniva rappresentata nei teatri di corte, e trattava argomenti storici ed eroici. I più famosi compositori di opere serie furono Alessandro Scarlatti, Friedrich Haendel e Cristoph Willibald Gluck.
L’opera buffa invece, nasce come intermezzo dell’opera seria: veniva allestita nei piccoli teatri pubblici e si occupava soprattutto di vita quotidiana. Il compositore più famoso di questo tipo di melodramma è Giovanni Battista Pergolesi, che scrisse La serva Padrona.
Presto però, anche in Italia, si diffuse la passione per i melodrammi tragici o dalle tematiche storiche-romanzesche, una corrente che permise la nascita di alcune delle opere più belle della storia: importanti esponenti di questa tipologia furono infatti autori come Vincenzo Bellini, con Norma e La sonnambula, Giuseppe Verdi, con opere come Nabucco, una Trilogia popolare (composta da Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata), Aida, Georges Bizet, con la sua celebre Carmen, Richard Wagner, con L’anello del Nibelungo, e Gioachino Rossini, che compose Il barbiere di Siviglia.
Verso la fine del XIX secolo, poi, si sviluppa in Italia una nuova tipologia di melodramma, chiamata Verismo Italiano: il massimo esponente di questa corrente è Giacomo Puccini, con opere immortali come Bohème e Tosca.
Merita una citazione anche la nascita del Singspiel, ovvero un melodramma in lingua tedesca dove si alternavano episodi cantanti e parti recitate, un po’ come un moderno musical. Furono molti i compositori europei che si divertirono con questo genere, di cui il più famoso è Mozart con Il Flauto Magico.