Lo sport è un passatempo bellissimo e divertente, ma non solo: in determinati momenti storici, può diventare un vero e proprio modo di resistere agli oppressori, e di trasmettere un messaggio di libertà. Questo è stato vero in particolare per la “partita della morte”, una gara di calcio del 1942 giocata tra prigionieri ucraini e ufficiali tedeschi, che divenne un’occasione di ribellione alla dominazione nazista, e che negli anni ha assunto i connotati di una leggenda.
Esistono, infatti, due versioni di questo evento che, nel bene e nel male, ha fatto la storia del calcio, una più cruda e una più edulcorata: non sapremo mai qual è stato lo svolgersi degli eventi effettivi, ma sappiamo che nelle leggende c’è sempre un fondo di verità.
È bene quindi conoscere questo episodio, e prendere ispirazione dal coraggio della mitica Start FC ucraina.
La “partita della morte”, tra storia e leggenda
Nel 1942, in un’Ucraina nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e sotto dominio nazista, un gruppo di ex calciatori lavorava in un panificio come prigionieri di guerra. Per sopportare la vita dura e le privazioni, decidono di giocare insieme a pallone, e di fondare una piccola squadra chiamata Start FC.
Anche i soldati tedeschi si dilettano a giocare a calcio, e un giorno sfidano i loro prigionieri, pensando che mai avrebbero avuto il coraggio di fare un torto ai carcerieri. Così, in una Kiev distrutta dall’occupazione nazista e davanti a un pubblico di ucraini oppressi, la Start FC decide di essere un simbolo di speranza, e di giocare per vincere: i tedeschi vengono umiliati 5-1, un risultato che chiaramente non viene preso bene dagli invasori.
E allora, ecco l’idea di quella che diventerà la “partita della morte”, quella che si giocherà il 9 agosto 1942 all’interno del torneo a cui partecipano i tedeschi e altre squadre di diverse nazionalità, compresa la Start FC. Proprio in questo giorno la Luftwaffe – rinforzata con i migliori ufficiali in grado di giocare a calcio, forti, in saluti e con il morale alto – sfida di nuovo il gruppo di prigionieri affamati e stanchi, e gli ucraini sanno che, vincendo, i tedeschi non li avrebbero mai perdonati.
Ed ecco che la Start FC decide che ci sono cose per cui vale la pena sacrificarsi: così all’entrata in campo, invece del saluto nazista obbligatorio, urla il motto sovietico dell’esercito, e poi fa quello che riesce meglio, ovvero vincere, nonostante più volte gli ufficiali intimino ai prigionieri che, per loro, questa partita sarebbe meglio perderla.
Per il popolo ucraino, la resistenza di questi giocatori diventa leggenda e loro sono considerati eroi, per i tedeschi diventano invece carne da macello: dopo quella partita, infatti, tutti i giocatori dello Start vengono uccisi in rappresaglie nazisti, giustiziandoli sul posto di lavoro pochi giorni dopo o deportandoli in campi di prigionia.
Curiosità sulla “partita della morte”
– Della Start FC, furono solo tre i giocatori a sopravvivere a quella partita: sono Fedor Tjutcev, Mikhail Sviridovskij e Makar Goncharenko, che riuscirono a scappare per unirsi all’Armata Rossa durante la liberazione di Kiev.
– Nel corso degli anni sono stati in molti a contestare questo svolgimento dei fatti, ed è stato affermato da diversi storici che nessuno minacciò la squadra ucraina, non ci furono rappresaglie e nessuno dei giocatori venne ucciso come diretta conseguenza della partita, ma furono solo arrestati, imprigionati e costretti ai lavori forzati.
– La celebre “partita della morte” ha ispirato, negli anni, molti libri e film, tra cui il famosissimo Fuga per la Vittoria, pellicola con protagonista Sylvester Stallone e che vede la partecipazione di Pelè.