Le tasse sono una spesa ingente per le tasche di tutti gli italiani, e la Tari, ovvero la tassa sulla spazzatura, è una di quelle che pesa di più nel bilancio familiare: per legge, infatti, chiunque sia proprietario di un locale o di un’area scoperta che possa produrre rifiuti, è obbligato a pagare al Comune di residenza una certa quantità per far sì che la spazzatura venga raccolta e smaltita.
Però per certi casi specifici, è possibile richiedere un’esenzione ed essere esclusi dal pagamento di questo tributo: andiamo a capire, in generale, la regolamentazione dell’esenzione Tari, anche se è bene ricordare che questa tassa è a discrezione del Comune, e quindi le regole specifiche di esenzione devono essere richieste specificatamente al responsabile del luogo di residenza.
Che cos’è l’esenzione Tari e a chi spetta
Come abbiamo accennato nell’introduzione, la Tari – o tassa sui rifiuti – è il tributo periodico che ogni cittadino è obbligato a versare al Comune di residenza, e serve per andare a finanziare tutti i costi legati al servizio comunale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Questa tassa deve essere versata da tutti coloro che detengono immobili in grado di produrre rifiuti – sia come proprietari, sia come locatari –, tuttavia alcuni cittadini possono chiedere un’esenzione dal versamento di tale quota se in possesso di determinati requisiti e alla presenza di specifiche condizioni.
Trattandosi di una tassa locale, la giurisdizione della quota da versare e dei requisiti per l’esenzione dipendono dal singolo Comune. In generale, però, alcune casistiche sono escluse in modo esplicito direttamente dalla normativa sulla Tari:
– aree condominiali non usate in via esclusiva, come androne o scale di un palazzo;
– aree che non producono autonomamente rifiuti, come cantine o terrazze;
– aree verdi;
– locali e aree che producono rifiuti speciali, il cui smaltimento è a carico dei proprietari;
– gli immobili in fase di ristrutturazione per il periodo in cui non sono abitati;
– i locali riservati a impianti e macchinari, come il vano ascensore;
– i locali appartenenti a strutture sanitarie, sia pubbliche sia private;
– i locali destinati a impianti sportivi, ma solo relativamente agli spazi adibiti all’esercizio dell’attività.
Oltre ai casi elencati, se il cittadino è in grado di dimostrare che il reddito del proprio nucleo familiare è così basso da non potersi permettere di pagare la tassa per intero, alcuni Comuni permettono di richiedere uno sconto sulla Tari, che può raggiungere anche il 40% dell’importo.
Sono previste delle riduzioni, sempre stabilite dal Comune di residenza, anche quando il servizio di raccolta della spazzatura non funziona come dovrebbe, o se è sospesa per cause non dipendenti dal cittadino.
Come richiedere l’esenzione Tari
Come abbiamo già spiegato, la normativa sulla Tari è di competenza diretta dei Comuni, e quindi anche la domanda di esenzione potrebbe avere regole diverse – di presentazione e di requisiti – in base a dove si ha la residenza.
Nella maggior parte dei casi, comunque, la richiesta per l’esenzione o la riduzione va presentata tramite una modulistica presente sul sito web del Comune di appartenenza, da compilare in ogni sua parte e consegnare a mano allo sportello dell’ufficio di competenza.