Il valico (o colle) del Moncenisio si trova precisamente tra la valle di Susa e la Francia, esattamente al confine. Si trova ad un’altitudine di 2083 metri sopra il livello del mare, ed è uno dei più caratteristici tra i passi alpini della zona valsusina, dividendo la catena montuosa in Alpi Graie e Alpi Cozie, unendo la Val di Susa, a nord della città di Torino, con il dipartimento di Moriana, situato in Francia. Il sito menzionato era in origine savoriardo e passò alla Francia solo dopo l’occupazione del ducato di Savoia e la successiva annessione dell’anno 1860. Rimane un territorio comunque conteso dalle rispettive diocesi.
Da cosa deriva il nome Moncenisio?
Rispondiamo innanzitutto a questa domanda: Moncenisio significa letteralmente Monte delle Ceneri. Perché? Secondo il folclore locale, sul luogo si sarebbero agglomerate delle ceneri a causa di un massiccio incendio nei boschi attorno, le quali tracce furono rinvenute anche nel mentre che si costruivano le strade per rendere più agibile il passo. La vicina cittadina comunale prende anch’essa il nome di Moncenisio, successivamente cambiato in Ferrara Cenisio fino al 1940.
Geografia e storia del colle Moncenisio
Il valico divenne completamente parte del territorio francese a causa di cambiamenti importanti riguardo i confini da stabilire dopo la Seconda Guerra Mondiale. Questi funsero da spartiacque tra il comune di Novalesa verso sud-ovest, dov’è situato il torrente Cenischia. Fanno parte della Francia quindi la Val Cenischia, i comuni di Novalesa, Giaglione e Venaus (apice del monte Giusalet) sulla cosiddetta Punta Tricuspide. A nord-est del valico è situata la Punta di Ronce, una vetta importante delle Graie, mentre a sud-est dalla Punta Clairy, la prima sommità delle alpi Cozie. Prossimamente al di sotto del Moncenisio è situata un’immensa diga, utilizzata allo scopo di produrre energia elettrica e che, a sua volta, da origine al lago artificiale che prende il nome del colle, già noto come bacino di dimensione minore in passato. Sulla battigia di questo lago vi era un ospizio dedicato ai pellegrini che percorrevano la via Francigena (in seguito anche i militari), e che fu demolito a causa dei danni compromessi durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo storico Stopani spiegò il valico fu usato come passaggio alternativo a quello del Gran San Bernardo e divenne sempre più trafficato nel periodo dell’XII secolo, anche dai mercanti che procedevano verso la regione Champagne. Già ai tempi di Filippo Augusto il passaggio alpino del Moncenisio fu scelto come punto di transito principale.