Willem Barenstz (o Barents) fu un navigatore di origine olandese natto all’incirca a metà del XVI secolo e morto disperso in un arcipelago russo a giugno di 39 anni dopo. Non si sanno molte notizie sui suoi viaggi e sulla sua vita se non attraverso i racconti di un suo fedele amico e compagno di viaggio, Gerrit de Veer, ma anche grazie alle relazione dell’ammiraglio Van Linschoten. Andiamo a scoprire dunque quali furono gli episodi che portarono il navigatore a scoprire le isole Svalbard, un arcipelago situato nel Mar Glaciale Artico ed appartenenti alla giurisdizione norvegese.
Notizie sulla vita e i viaggi di Barenstz
Come già detto non ci sono molte notizie sulla vita del navigatore se non qualche racconto o qualche relazione di viaggi su nave. Quel che possiamo dire di più è che Willem era originario di una regione olandese chiamata Frisia e precisamente nacque a Terschelling.
Scoperta delle isole Svalbard
Probabilmente, anche se non si hanno prove di certezza assoluta, già intorno al XII secolo, i navigatori Scandinavi furono i primi a scoprire queste isole: i racconti si riferiscono certo all’esploratore Jan Mayen o a qualcun altro, forse addirittura non proprio alle Svalbard ma alla Groenlandia. Notizie quasi sicure le forniscono i racconti di cui è protagonista Barenstz che approdò nell’arcipelago nell’anno 1596 descrivendole come un ammasso i montagne appuntite sul mare del Nord in cui si praticava l’attività di pesca e di caccia alla fauna polare, e le chiamò Spitsbergen, mentre l’intera area Het Nieuwe Land(“La Nuova terra” in lingua olandese antica). Partì da Amsterdam, affrontando ben due anni di navigazione prima di raggiungere l’ercipelago e mai affermò di averle scoperte. Tuttavia la sua vera intenzione non era di scoprire nuove terre ma di cercare un passaggio per raggiungere facilmente il Polo Nord ed andare ad esplorare quindi l’Asia, a capo di una delle quattro navi comandate dal capitano Cornelis Nay. Questa prima spedizione, a causa di problemi di navigazione fallì, come anche la seconda, nel 1595 (il capitano Nay si arrese) fino a che, finalmente, i due comandanti Jan Rijp e Jacob van Heemskerk, ottennero un terzo finanziamento: durante il viaggio verso Oriente, con due sole navi, riuscirono perlomeno a fare la scoperta della maggiore delle isole Svalbard, l’Isola dell’Orso. Durante il viaggio di ritorno, a causa delle difficoltà del viaggio una delle navi si incagliò e l’equipaggio venne costretto a trascorrere l’inverno, fermi nell’arcipelago russo della Novaja Zemlja dopo aver trovato un suolo ghiacciato perenne che non potesse distaccarsi. Costruirono delle baracche con una delle navi distrutte e vissero lì fino al 13 giugno del 1597. L’equipaggio decise di costruire dei batteli scoperti con il legno restante, ma Barenstz fece appena in tempo a dare indicazioni per la rotta da seguire perché una settimana dopo morì a causa di una probabile ipotermia.