Con il termine prostatite si fa riferimento ad uno stato infiammatorio che colpisce la prostata, fondamentale ghiandola dell’uomo. Si tratta di un disturbo che colpisce un uomo adulto su dieci e che bisogna conoscere per sapere come trattarlo.
Sebbene la prostatite colpisca soprattutto gli uomini adulti – l’incidenza della malattia aumenta infatti con l’età dei pazienti – va detto che anche i più giovani possono soffrirne. La comparsa della patologia nella popolazione degli adolescenti e dei giovani adulti viene sottovalutata e ciò porta talvolta ad un ritardo diagnostico, che può avere delle conseguenze anche gravi per il corretto funzionamento della ghiandola.
Le cause della prostatite possono essere numerose, come descritto dettagliatamente sul portale specializzato prostatite.org e come messo in luce da diversi studi scientifici che sono stati condotti per indagare la patogenesi di questo quadro. Nella maggior parte dei casi l’infiammazione insorge a seguito di un’infezione batterica, la quale può colpire sia i giovani che gli adulti. I batteri si possono localizzare direttamente a livello della prostata, oppure si possono annidare nella vescica e da lì raggiungere la ghiandola.
Ci sono anche dei casi di prostatite abatterica. Sono casi più rari, ma comunque da prendere in considerazione quando giunge il momento di stabilire la terapia da seguire per risolvere la situazione e per far sì che la ghiandola possa funzionare al meglio e svolgere tutte le sue funzioni.
Nel caso delle prostatiti abatteriche non è un’infezione la causa scatenante, ma ci possono essere diversi fattori responsabili dell’infiammazione, o comunque che contribuiscono alla sua comparsa. Dieta alimentare non salutare, assunzione eccessiva di alcol, fumo di sigaretta, uso di droghe sono i principali fattori negativi che aumentano il rischio di infiammazione alla prostata: è stato dimostrato che la prevalenza della patologia nei pazienti che hanno uno o più di questi fattori di rischio è aumentata.
I giovani per riconoscere l’eventuale presenza di questa malattia dovrebbero essere informati sui sintomi. La sintomatologia dei pazienti più giovani è la stessa di quella dei pazienti adulti, in particolare il bruciore mentre si urina e la sensazione di non completo svuotamento della vescica. Questi due sintomi fanno sì che talvolta l’infiammazione della prostata venga confusa con la cistite, anche questa caratterizzata da bruciore e sensazione di svuotamento non completo.
In alcuni casi si osservano anche dei segni e sintomi più indicativi, tra cui la presenza di sangue nel liquido seminale e/o nelle urine ed il dolore avvertito dal paziente nell’area genitale. In questi casi è più probabile che si tratti di un’infiammazione della prostata – anche se il paziente è giovane – e dunque è bene orientarsi verso questa possibilità diagnostica.
La malattia può insorgere in modo acuto e questa è la forma più grave. La forma acuta colpisce prevalentemente i giovani e si manifesta anche con febbre, solitamente superiore ai 38° centigradi, alla quale si accompagnano i sintomi tipici che sono stati descritti. Per stabilire qual è il patogeno responsabile si procede con un’urinocoltura, grazie alla quale è possibile individuare il ceppo che ha causato l’infezione. Talvolta è possibile rinvenire delle tracce di sangue nelle urine: l’ematuria è un altro segno di infezione ed infiammazione prostatica.
Ci sono infine dei casi di prostatite asintomatica e questi sono quelli più difficili da inquadrare, dal momento che il paziente non avverte alcun fastidio e crede di stare bene come sempre. Nonostante siano asintomatiche, è importante che anche queste infiammazioni della prostata vengano diagnosticate e trattate, onde evitare le spiacevoli conseguenze che la flogosi potrebbe causare sul funzionamento della ghiandola, la quale svolge delle funzioni fondamentali per l’apparato genitale maschile, determinando la fluidità del liquido seminale e producendo i nutrienti per la sopravvivenza degli spermatozoi.