In genere, chi si intende di cultura musicale, appena sente questa accezione pensa ad una sola persona: Niccolò Paganini. Lui, nel periodo in cui ebbe maggior successo, venne nominato in questo modo. Perché? Forse per invidia dei suoi colleghi, oppure perché davvero avesse fatto un patto con Satana?
Chi era Niccolò Paganini? Breve biografia del violinista
Niccolò Paganini nacque a Genova il 27 ottobre del 1782, è considerato un virtuoso di fama mondiale e maestro della più moderna tecnica violinistica, arricchendola notevolmente con importanti innovazioni, in particolare lo staccato e il pizzicato. La famiglia dalla quale proveniva aveva radici modeste: il padre Antonio era appassionato di musica ma lavorava al porto come imballatore di merci, e con la madre di Niccolò, Teresa avevano la loro abitazione al Passo della Gatta Mora, un vicoletto di Genova nella zona di Via del Colle. Fin da giovani Nicolò prese le prime lezioni di musica dal padre sul mandolino e, in un secondo momento, fu indirizzato sempre dal genitore allo studio del violino; in questa particolare arte Paganini è considerato autodidatta, in quanto ricevette lezioni da maestri scarsi ad eccezione di quelle compositive da Gaspare Ghiretti.
A 12 anni diede già dei concerti nelle chiese di Genova e nei 1795 al teatro di Sant’Agostino. Grazie al successo avuto nella sua città natale, venne condotto dal padre a Parma l’anno seguente, ma si ammalò di polmonite, divenendo davvero molto debole a causa della cura con il salasso, per cui fu costretto a fermarsi per aspettare di guarire. Continuò con molti concerti, compose diverse suonate chiamate “capricci”, suonati anche nei concerti in Europa.
Il violinista del diavolo: come mai venne definito tale?
Paganini veniva definito tale perché, nonostante venisse accompagnato da altri strumenti, durante un concerto, sembrava che il violinista possedesse un’intera orchestra nelle sue mani: con i suoni prodotti sovrastava tutti gli altri. Inoltre una leggenda voleva che fosse capace di suonare su di una sola corda un’aria o una suonata intera. Ma perché questa capacità doveva essere attribuita al diavolo anziché ad un’entità più positiva? Il suo aspetto fisico e il modo in cui si vestiva certamente non erano d’aiuto: era scarno e vestiva sempre di nero, il viso cereo e gli occhi infossati nelle orbite. Inoltre lo strumento scelto già era considerato strumento del diavolo. Superstizione o invidia? Diciamo che le l’una nasconde l’altra. Paganini era di certo un genio, e aveva avuto una vita di malanni fisici, ma non si è mai tirato indietro quando si trattava di musica. (“Paganini non ripete” forse voleva dire che fisicamente non ce la faceva più di tanto, essendo malato e debole)
Curiosità riguardo alla leggenda del “violinista del diavolo”
Nel 2013 , su questa leggenda, ci hanno sceneggiato anche un film. Diretto da Bernard Rose ed interpretato da David Garrett, la pellicola contiene un’interpretazione personale del regista, che accomuna le disavventure di Paganini, perennemente accompagnato dal suo “manager” Urbani, un personaggio alquanto sinistro che indossa un cappello a cilindro, a quelle del personaggio del Doctor Faust, protagonista dell’opera omonima di Christopher Marlowe, scienziato che fa un patto con il diavolo per acquisire tutta la conoscenza del mondo utilizzandola per scopi egoistici e negativi.