La numerazione romana (o anche detta latina) come la numerazione araba (più popolare ormai perché usata su tutti i dispositivi sia analogici che digitali, ma soprattutto imparata a scuola) è usata solo in alcuni casi. Ad esempio quando si vuole determinare l’epoca di un monumento o di un manufatto artistico, gli studiosi storici (e anche di storia dell’arte) utilizzano i numeri latini. In alcuni posti infatti, dove si trovano delle rovine romane o su edifici specifici il numero di costruzione (anche se riferito a secoli più recenti) molte volte vengono scritte le date in numeri romani anziché in numeri arabi.
Come si usano?
Si tratta di un sistema additivo/sottrattivo per il quale ad ogni simbolo contrassegnato da una lettera ( V per esempio è il numero arabo 5) è associato un determinato valore. Il numero rappresentato è dato qui di dalla somma o dalla differenza di ogni simbolo (ad esempio, secondo questa logica IV è 4 = 5-1 mentre VI è 6 = 5+1; a seconda di dove è posto il simbolo I si determina l’addizione o la sottrazione). Quindi un numero romano non è altro che una sequenza di simboli ciascuno dei quali è un numero. Nel seguente elenco troverete i simboli corrispondenti a valori del sistema decimale:
- I = 1
- V = 5
- X = 10
- L = 50
- C = 100
- D = 500
- M = 1000
Numerazione romana da 1 a 100 (il numero dell’elenco corrisponde al simbolo)
- I
- II (1 + 1) additivo
- III (1 + 1 + 1) additivo
- IV (5 – 1) sottrattivo
- V
- VI (5 + 1) additivo
- VII (5 + 2) additivo
- VIII
- IX
- X
La logica nel comporre il numero romano con i simboli rimane la stessa: al numero 10 adesso si aggiungono in ordine crescente, in senso additivo e sottrattivo i numeri che conosciamo dall’ 1 (I) al 9 (IX). Quindi X + I è 11, X + II è 12, X + III è 13, X + IV è 14 e così via arrivando al 20 (XX), al 30 (XXX), al 40 (XL = 50 – 10), al 50 (L), al 60 (LX = 50 + 10), al 70 (LXX = 50 + 20), all’80 (LXXX = 50 + 30), fino al 90 (XC = 100 – 10) e al 100 (solo C).