Mentre si scrive un articolo o un dattiloscritto, molte volte non si fa caso agli errori che si fanno, sottovalutandone la gravità e rischiando di fare bruttissime figure. Tanto ci sono gli editor e i correttori bozze per questo, no? Sì, ma se debitamente pagati. Questa guida vi aiuterà quindi ad adottare un comportamento più corretto nei confronti di questi ultimi. Tenetelo come un piccolo promemoria, specie se siete aspiranti blogger o scrittori, che vogliono fare una bella figura con i lettori.
Come non comportarsi con i liberi professionisti che fanno editing
Una breve storia triste sulla situazione più comune: voi, abili e fantasiosi romanzieri, avete messo nero su bianco una storia, scrivendola sul vostro programma Word, e avete la smania di pubblicarlo da qualche parte, anche in formato digitale e-book. Andate quindi a cercare siti dove gli editori promettono lavori ben fatti a poco prezzo, trovate l’esatto contrario, e guardate il vostro portafoglio (o il vostro conto in banca) che piange fontane di lacrime.
Per questo, poi, siete “costretti” a trovare un ripiego – quel che secondo voi si definisce tale, si intende – e decidiamo di rivolgerci a lui (o lei): il freelancer. Ecco alcune considerazioni da tenere bene a mente
- Va ricordato a tutti che il prefisso “free” non sta per gratuito, bensì per libero professionista.
È una persona che ha studiato, si è preso un diploma per svolgere questa professione e che, magari, in contemporanea, sta in stage per aggiornarsi ed acquisire un proprio metodo. - Chi scrive questo articolo è un esempio lampante, come ce ne sono tanti altri (ciò vale anche per gli artisti ai quali avete commissionato un’opera): queste persone stanno scegliendo un lavoro per la vita, si “fanno da sé”, si impegnano impiegando i propri mezzi, e vogliono ricevere un compenso.
- Se non si può ottemperare al pagamento (alle volte rateizzato e più comodo), cavatevela da soli e non chiedete a persone qualsiasi di editarvi il romanzo. In modo più assoluto, non mandate il vostro libro al professionista, poiché dal momento che lo fate è come se aveste firmato un contratto, e da quel momento siete obbligati a pagare.
Un consiglio da rivolgere ai liberi professionisti del settore
Anche chi fa parte del settore editoriale come freelancer, dovrebbe rispettare un codice etico, soprattutto a protezione degli scrittori che promettono il pagamento entro i termini che avete stabilito: il primo e unico consiglio che sento di dare è sottoscrivete tutto e fatevi firmare l’accordo, conservandolo poi presso un avvocato o un notaio, ancora meglio presso l’assistenza legale della SIAE. In poche e semplici parole: “Verba volant, scripta (firmata) manent”