Una delle esigenze che ha finora accompagnato gli esseri umani in tutti i periodi storici, compreso quello attuale, è il pressante bisogno di ricevere delle rassicurazioni circa le dimensioni più ignote dell’esistenza, come gli eventi del futuro prossimo e più lontano, i pericoli incombenti e le strade da intraprendere quando si arriva in prossimità di un bivio. È proprio da questi intimi bisogni che si è sviluppata l’arte della cartomanzia della quale andiamo qui di seguito ad analizzare i dettagli, tracciando i confini rispetto ad altre attività considerate erroneamente simili e osservandone da vicino le tecniche.
Anzitutto definiamo cosa non è la cartomanzia, che si distingue infatti da altre pratiche divinatorie come l’astrologia (che studia il movimento dei corpi celesti e il loro presunto influsso sui comportamenti umani), la chiromanzia (che tenta di individuare i tratti psicologici di una persona osservandone la forma della mano) e la numerologia (che si basa sull’analisi delle relazioni tra i numeri).
Come è strutturata la cartomanzia
La cartomanzia utilizza invece le carte, nello specifico i tarocchi, come strumento per svelare la personalità degli individui e rivelare loro le ragioni più profonde del loro comportamento, cercando di individuare delle linee di azione verso scenari futuri. Da questo punto di vista, non si tratta di una vera e propria interpretazione delle carte finalizzata ad una predizione di eventi, quanto piuttosto di una consulenza personale e auto-conoscitiva che tende ad ampliare la consapevolezza di sé e quindi delle conseguenti da azioni da intraprendere nella vita.
É per questo che le qualità tipiche possedute da un cartomante (anche se sarebbe meglio dire “una” cartomante, visto che la maggior parte sono di sesso femminile) sono la sensibilità, la capacità di osservazione e di ascolto, l’abilità nel mettere a proprio agio le persone ed accompagnarle nel loro percorso di introspezione. Non si tratta quindi di specialisti della preveggenza, dotati di poteri miracolosi di disvelamento del destino degli essere umani, ma di persone capaci di intraprendere un percorso di scoperta e di analisi. Allo stesso modo, non si deve confondere la cartomanzia con la pratica psicologica, che si base su principi prettamente medici e terapeutici.
Perché sceglierla?
Chi si rivolge ai cartomanti, anche solo per un consulto gratuito, è di solito una persona che si trova a fronteggiare delle difficoltà esistenziali, di solito legate all’ambito professionale, relazionale, familiare ed amoroso. Si richiede generalmente un supporto circa le decisioni che si riveleranno più utili, meno dannose e più costruttive nel futuro più vicino. In questo caso, i cartomanti instaurano un rapporto con il richiedente, finalizzato ad individuare le risorse che si possiedono per superare gli ostacoli ed acquisire il coraggio e la motivazione a mettersi in gioco, effettuare dei cambiamenti o scansare delle potenziali minacce evitando di mettere in atto determinati comportamenti.
Da ciò si capisce quindi che una cartomante non potrà indirizzare una persona verso la giocata vincente in un gioco d’azzardo, né potrà fornirle le coordinate precise per un’operazione finanziaria dai risultati milionari. È bene quindi bilanciare le aspettative quando ci si rivolge a questo tipo di servizi, interpretandoli come un supporto personale o una consulenza speciale per ottenere dei suggerimenti nel momento in cui ci si trova di fronte a situazioni particolarmente delicate.
Le tecniche utilizzate dai cartomanti possono variare a seconda dello strumento interpretativo utilizzato, ma di solito si basano sull’analisi delle carte e della loro posizione sul tavolo. Le diverse combinazioni che vanno a crearsi verranno lette ed interpretate dalla cartomante, che cercherà così di svelare al richiedente gli scenari esistenziali e proporre eventuali suggerimenti. Il mazzo utilizzato è di solito quello dei tarocchi, che consiste in 78 carte con diverse figure e simboli, originarie dei giochi popolari risalenti al XVIII secolo in Italia ed in Francia.