Avete mai sentito parlare dei prestiti Ipdap? Siamo sicuri di si, in quanto questi erano considerati i finanziamenti agevolati per eccellenza. Stiamo parlando al tempo passato perchè, va detto, che oggi l’istituto inpdap non esiste più in quanto è stato assorbito dall’Inps che continua ad erogare questi prestiti convenienti a lavoratori della pubblica amministrazione e pensionati.
Visto che nel parlare comune si continuano a chiamare prestiti inpdap lo faremo anche noi, anche se voi lettori saprete che ad erogare la somma richiesta sarà l’Inps.
Prima di cominciare questa breve guida sull’argomento voglio specificare che andremo a trattare dapprima i finanziamenti in modo piuttosto superficiale, per poi approfondire la parte relativa a tan e taeg. Per chi volesse andare un po pù a fondo alla questione segnalo questa risorsa: https://www.prestitisbp.com/inpdap-online/1675/ .
I prestiti INPDAP per lavoratoti e pensionati
I prestiti INPDAP erano prestiti erogati dall’istituto nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dipendenti dell’amministrazione pubblica, ma con la soppressione di tale ente a partire dal 2011 (a seguito dell’approvazione del Decreto Salva Italia), tutte le sue attività di competenza sono finite nelle mani dell’INPS. Ad ogni modo, i vecchi prestiti sono concessi a condizioni vantaggiose e si inseriscono in un elenco di offerta trasversale che comprende: piccolo prestito; prestito pluriennale diretto; prestito pluriennale garantito. Proposte per impiegati del settore pubblico, pensionati e familiari che si articolano in modo piuttosto intuitivo senza perdersi troppo in cavilli burocratici di ogni sorta.
Il piccolo prestito Inpdap consiste in un prestito personale a disposizione dei lavoratoti e dei pensionati iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Qualora si appartenga a tale categoria, è possibile ottenere un prestito di importo pari al massimo a otto mensilità che potrà essere impiegato per spese varie o per soddisfare un impellente bisogno di liquidità. Il piccolo prestito può durare da uno a quattro anni. Per quanto riguarda il prestito pluriennale diretto, il servizio è riservato a chi è assunto con un contratto di tempo indeterminato e gode di almeno 4 anni di anzianità. Il tasso di interesse applicato al prestito è pari al 3,5%.
Il prestito pluriennale garantito, invece, viene concesso da banche e società finanziarie convenzionate con l’INPS. Questo, insomma, si caratterizza per la garanzia data dallo stesso istituto previdenziale, e può avere una durata dai 5 ai 10 anni. Per ottenerlo, non è richiesto alcun giustificativo di spesa.
Prestiti inpdap: T.A.N. e T.A.E.G. (Cosa indicano e a cosa servono)
Nel momento in cui si decide di chiedere dei soldi ad una banca o ad un istituto finanziario, è bene valutare tutte le condizioni del prestito, informarsi circa altre offerte simili e confrontare le varie proposte. Uno degli indici più importanti da tenere in considerazione è sicuramente il T.A.N., ossia il Tasso Annuale Nominale. Semplificando al massimo, possiamo dire che il T.A.N. costituisce l’interesse annuo applicato ad un prestito. Se ad esempio ci viene prestata la somma di 1000 euro da restituire in un’unica rata annuale con un interesse del 10%, dovremo restituire al nostro finanziatore 1100 euro, ovvero il capitale prestato più 100 euro di interessi.
In realtà le cose non sono sempre così semplici, ed è per questo che viene in nostro soccorso il T.A.E.G., acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale, che ci permette di operare dei raffronti tra le varie offerte nel mercato dei prestiti considerando ulteriori costi che si sommano al tasso di interesse nominale. Quando si ottiene un prestito infatti occorre includere tra i costi, oltre alle rate da rimborsare, anche le spese amministrative (come il costo di apertura della pratica), gli eventuali costi assicurativi, le spese di comunicazione, ecc. Il T.A.E.G. ci permette proprio di calcolare l’impatto di questi costi sulle rate, fornendoci un tasso effettivo che facilita il confronto tra le offerte.
Supponiamo che una banca ci voglia erogare un prestito di 1000 euro con un T.A.N. del 5%. Leggendo il contratto scopriamo però che per ottenere la somma è necessario pagare anche 25 euro di spese di apertura e 25 euro di assicurazione. Fatti tutti i conti, la somma da pagare non sarà di soli 50 euro di interessi, bensì di 100 euro (interessi + spese aggiuntive), pari a 10% del capitale. Se il T.A.N. di questo prestito è 5%, il T.A.E.G. ci indica invece che dovremo pagare il 10%. Per maggiori informazioni sui finanziamenti agevolati inpdap consigliamo di rivolgersi direttamente agli uffici dell’Inps.